Air la storia del grande salto

Una scarpa è solo una scarpa finché qualcuno non la indossa”. Amici cari tenete bene a mente questa frase perché sto per parlarvi di un film che è un vero e proprio inno al potenziale umano. “Air la storia del grande salto” della premiata ditta Ben Affleck e Matt Damon arriva al cinema con la pretesa di raccontare la storia di un successo commerciale che tutti conoscono ma che in pochi hanno davvero compreso: Le Air Jordan!

1984 la Nike cerca disperatamente di un testimonial che faccia finalmente esplodere il settore basket dell’azienda che rischia di essere stritolata da Adidas che produce dei capolavori di design e bellezza da un lato e dalla converse dall’altro che per tutti è la scarpa di Ervin Magic Johnson e Larry Bird rispettivamente il padre ed il figlio della santissima trinità della NBA che in quegli anni vive un momento di grande difficoltà.

Per fortuna sta per arrivare anche lo spirito santo che veste la terza scelta del draft e porta il nome di Michael Jordan. Se questo nome non vi dice nulla allora smettete di leggere questa recensione ed andate a studiare perché vi siete persi il passaggio sulla terra di un giocatore che ha cambiato il volto di uno sport ma anche del marketing.

Ma torniamo al film, Sonny Vaccaro vive di basket anzi in realtà è il basket che vive in lui. Conosce tutto di questo sport ma di mestiere fa il manager della Nike e che decide di puntare tutto sul giovane Rookie appena preso dai Chicago Bulls nonostante il capo supremo dell’azienda Phil Knight, un Ben Affleck in versione Dalai Lama, non creda sia una buona idea, il resto come dicono quelli bravi è storia.

Quello che però non dice la storia cerca di dircelo il film, le 10 regole per arrivar al successo, avere una visione ed inseguirla nonostante il mondo, tutto il mondo, ti dica di cambiare. Chiariamo subito, se vi aspettate di vedere qualche giocata di Michael Jordan scordatevelo anzi, scordatevi di vedere lui.

Però lui c’è, c’è la sua grandezza prima ancora che il mondo la veda e questo basta, o almeno basta a Sonny per scommettere tutto sé stesso e per convincere tutto il settore Basket della Nike a fare lo stesso. Si ma a voi basterò la promessa di una grande storia per convincervi ad andare al cinema? Ora dovrei essere bravo come il Sonny Vaccaro di Matt Damon che è in grado di guardare negli occhi uno la madre di Jordan, una clamorosa Viola Davies, e dirle che il futuro del figlio è mettere i piedi nelle sue scarpe…

Roberto Musella

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