Napoli sconfitto dalla Lazio: nessun dramma

Prima sconfitta del Napoli al Maradona. Garcia, riflette. Sarri sorride. Il pubblico, accorso numeroso, mica tanto.
La prima riflessione da cui partire è che la Lazio ha vinto meritatamente in virtù di una gara interpretata tatticamente alla perfezione.

Eppure, l’inizio sembrava promettere esito ben diverso da quello che è stato poi il risultato finale.
Napoli che riusciva ad essere pericoloso e veloce nel giro palla con due buone occasioni per Kvara. La seconda, probabilmente, starà facendo ancora bruciare le dita della mano all’ottimo Provedel. Miracoloso il suo intervento sulla splendida conclusione del georgiano.

Poi, al primo vero affondo dei laziali il gol propiziato da un’ottima iniziativa di Felipe Anderson, furetto imprendibile per tutta la gara, conclusa con un magico tocco di tacco da Luis Aberto. Segnale di allarme che il Napoli non ha saputo però ben interpretare e che, pur raddrizzando subito il risultato con Zielinski, ha cominciato a perdere gli equilibri giusti ed i tempi di gioco.

Da questo momento in poi Sarri, come già nella passata stagione, è riuscito ad imbrigliare il Napoli togliendogli profondità e costringendolo a giocare a ritmi bassi. Risultato, un Osimhen ingabbiato e quasi mai nel vivo del gioco. Napoli troppo lento e lezioso per poter impensierire la Lazio.

La squadra dell’ex comandante, corta e compatta, è riuscita a giocare come meglio si può per mettere in difficoltà il Napoli, creandosi gli spazi giusti per ripartenze micidiali che hanno evidenziato crepe preoccupanti nella compagine di Garcia.

Un Napoli che è apparso molto sulle gambe in alcuni uomini, Anguissa in primis, quasi sempre risucchiato dal palleggio leggero di un Luis Alberto in giornata di grazia. Centrocampo della Lazio abile a ribaltare il gioco. Lobotka e compagni in affanno. Il vantaggio laziale è stata quindi una conseguenza del nuovo scacchiere tattico delineatosi. Micidiale ripartenza ad inizio ripresa di Felipe Anderson, facilitata da una palla persa troppo ingenuamente a centrocampo da Zielinski, e conclusione a rete di Kamada dopo un ottimo velo di Luis Alberto. Sempre lui.

Doccia gelata per il Napoli, che ha continuato a sbandare alla ricerca del pareggio e rischiato un’imbarcata che era pure arrivata. Il VAR , questa volta amico, ha annullato due reti agli, ormai, scatenati laziali.

Garcia ha cercato di porre rimedio rimescolando un po’ le carte e proponendo anche l’esordio di Lindstrom, l’ultimo arrivato. Sul piede del quale, in pieno recupero, è anche arrivata l’occasione giusta per il pari.
Conclusione alle stelle e pareggio svanito. E, diciamoci la verità, forse immeritato.

Sconfitta dunque che brucia ma che non deve però generare il solito allarmismo, anche se vanno esaminati i motivi di una prestazione, soprattutto nel secondo tempo, non da Napoli.

Sarà bene, comunque, preoccuparsi il giusto e questo Garcia l’ha fatto anche intuire nella sua conferenza stampa di fine incontro. Almeno, lui, sembra avere le idee chiare su cosa e come intervenire.

Come è chiaro a tutti che quest’anno sarà musica diversa con una classifica che, difficilmente, evidenzierà distacchi clamorosi tra le principali contendenti al titolo finale.

Sarà sicuramente un campionato più equilibrato. Lo stesso equilibrio che serve per ripartire dopo uno stop che deve insegnare qualcosa e non distruggere le certezze acquisite dopo la trionfale cavalcata dello scudetto numero 3.

Raffaele Castiello

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